

Partirono in 10 dalle roventi regioni del Sud Africa.
E’ un posto che non immagini neppure. Non è solo per il sole che ti toglie il respiro e le forze. Ciò che brucia è quello che non vedi, arriva all’improvviso e ti trucida davanti alla famiglia, mentre dentro pensi con le ultime forze che alla fine dello spettacolo nessuno si salverà. La povertà che c’è lì, nelle periferie delle periferie, non ha nome. Non si può spiegare, quando se resti sai, che non puoi sopravvivere. Prima finisce il cibo, poi ti ammali nella sporcizia, malaria e ogni altro nero e invisibile nemico delle cellule umane; poi smetti anche di bere, perché è tutto veleno, marrone rossastro di argilla sabbiosa e escrementi. poi scappi, da un posto all’altro ridisegnando figure senza senso, fatte di panni e giornali lerci e pentole arrugginite: desolazione. Ricostruisci il niente, per il niente.
Chissà quanti ne avevano persi tra genitori, figli, amici, o semplici conterranei, quei dieci… quando decisero o più semplicemente quando iniziarono a camminare, via.
CLJr
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